Le associazioni Enpa, Lac, Lav, Lipu, Lndc e Wwf hanno inviato una diffida urgente all’Amministrazione della Provincia autonoma di Bolzano con la richiesta di ritiro immediato dell’ordinanza emessa il 20 agosto dal presidente Arno Kompatscher e che prevede la cattura o l’uccisione dell’orso M49 che, da qualche giorno, sembra essersi trasferito sul territorio. Le associazioni chiedono il ritiro immediato dell’ordinanza, “i cui contenuti sono palesemente illegittimi in quanto non è affatto provata la pericolosità dell’orso”, affermano in una nota congiunta, ricordando che l’ordinanza è “in continuità con quanto già deciso dal presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti”.
”L’ordinanza prevede per M49 la ‘cattura per trasferimento in una struttura autorizzata’ non meglio identificata e dunque temiamo che, in assenza di un luogo idoneo ad accogliere questo animale selvatico, possano essere adottate misure drastiche e cruente: se dovesse accadere ci rivolgeremo alla Procura della Repubblica di Bolzano per l’ingiusta uccisione ai sensi degli art. 727 bis e 544 bis c.p., e ricorreremo alla Corte dei Conti per danno erariale”, affermano le associazioni.
La Lav ha inoltre informato il procuratore capo Giancarlo Bramante, con una memoria, del rischio che incombe sulla vita dell’orso denominato M49. Secondo la Lav, nonostante l’insussistenza dell’asserita pericolosità dell’orso dal 26 agosto, le Province di Trento e Bolzano hanno intensificato le attività di monitoraggio del territorio dove si trova l’animale, con lo scopo di eseguire quanto prima l’ordine di cattura o uccisione. La Lav ha informato la Procura della Repubblica di Bolzano chiedendo il sequestro preventivo dell’animale, al fine così d’impedire alla Provincia di eseguire la cattura. ”La stagione turistica volge oramai al termine”, dichiara con una nota la Lav, “e così la frequentazione umana delle montagne, non ha quindi più senso parlare di rischio per le persone, considerato anche che fra pochi giorni torneranno a valle gli animali allevati in quota, il presidente Kompatscher ritiri quindi la sua ordinanza lasciando l’orso libero di godersi il suo letargo”.
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“E’ bene ricordare che l’ex Presidente della Provincia Luis Durnwalder nel 2018 è stato condannato a risarcire più di un milione di euro allo Stato proprio per avere consentito l’uccisione illegale di animali selvatici, mentre il veterinario addetto alla cattura, che poi si tramutò in uccisione dell’orsa Daniza, ha ottenuto l’oblazione per il reato di cui all’articolo 727 bis c.p. (uccisione di specie protette) per la sua morte ingiusta”, prosegue la nota. “I motivi che giustificherebbero la reclusione a vita, ma anche l’uccisione, dell’orso, sono contenuti nelle quattro righe che costituiscono la scarna relazione prodotta dall’Ufficio caccia e pesca della Provincia di Bolzano, e che riportano due casi in cui l’orso avrebbe danneggiato due apiari e un caso in cui avrebbe aperto un sacco delle immondizie. Nessun comportamento aggressivo quindi, l’orso si è semplicemente alimentato attingendo alle fonti disponibili, come qualsiasi altro animale selvatico, ma tanto è bastato perché il Presidente Kompatscher decidesse di bollare M49 come “pericoloso per l’incolumità e la sicurezza pubblica”.
La nota delle associazioni animaliste ricorda che “uccidere illegalmente un orso, oltre a essere spregevole sul piano morale ed ecologico, rappresenterebbe inoltre un grave danno per lo Stato. Per questo, nel caso in cui si realizzasse quanto previsto dall’ordinanza, siamo pronte a ricorrere alla Corte dei Conti per il danno causato all’erario, ma anche alla Procura della Repubblica di Bolzano per l’ingiusta uccisione ai sensi degli art. 727 bis e 544 bis del Codice penale”.