La IX Sezione civile del Tribunale di Varese, in un’udienza di separazione tra coniugi presieduta dal giudice Giuseppe Buffone, ha confermato l’orientamento di considerare gli animali esseri senzienti e non cose. Infatti il Tribunale ha preso atto dell’accordo tra i genitori che prevedeva che i gatti di famiglia restassero a vivere nella casa della madre, dove vive la figlia minore. La madre si farà carico delle spese ordinarie, mentre quelle straordinarie saranno sostenute in pari misura dai coniugi.
Con l’entrata in vigore della Legge 4 novembre 2010 n. 201, “Ratifica ed esecuzione della Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia”, firmata a Strasburgo il 13 novembre 1987, il sentimento per gli animali ha avuto il riconoscimento europeo. L’aspetto innovativo di questa sentenza è che il ruolo dell’animale domestico acquista un peso anche in relazione ai legami affettivi che, per esempio, lo può unire di più ad un componente della famiglia rispetto ad un altro. L’animale non rientra più semplicemente nel patrimonio da dividere dopo la separazione.
L’eurodeputato Andrea Zanoni, vicepresidente dell’Intergruppo per la Conservazione ed il benessere degli animali al Parlamento europeo, ha affermato: «È un segno di civiltà che deve diventare la norma. Il principio è stato sancito dalla Convenzione europea di Strasburgo e non può essere ignorato. Un passo importante in Italia è già stato compiuto con la Legge 11 dicembre 2012 n. 220 che ha modificato l’articolo 1138 del codice civile prevedendo che “le norme del regolamento condominiale non possono vietare di possedere o detenere animali domestici”. Considerare l’animale come un essere senziente con tutte le conseguenze che questo comporta e non una cosa è la conquista più importante per un Paese che si vuole definire civile. Adesso il principio deve tradursi in pratica senza alcuna eccezione per il campo d’applicazione. Da quando, a gennaio 2012, sono stato nominato vicepresidente dell’Intergruppo, l’obiettivo che mi sono posto e che sto perseguendo in questo contesto è quello di lavorare affinché gli intenti dell’articolo 13 del trattato di Lisbona, che definisce gli animali “esseri senzienti”, diventino finalmente realtà in tutta Europa e continuerò a farlo».