La Marcia internazionale per gli elefanti è stata organizzata dalla fondazione David Sheldrick Wildlife Trust in 15 città di tutto il mondo. L’appuntamento è per venerdì 4 ottobre ad Arusha, Bangkok, Buenos Aires, Città del Capo Edimburgo, Londra, Los Angeles, Melbourne, Monaco, Nairobi, New York, Roma, Toronto, Washington DC e Wellington. A Roma l’appuntamento è in piazza del Pantheon dalle 14 alle 19.
Rientra nella campagna una petizione online, una sorta di Marcia virtuale, che è possibile firmare cliccando QUI.
Il commercio dell’avorio, che comporta l’atroce sterminio degli elefanti, è un problema internazionale e deve essere portato a conoscenza dai governi di tutto il mondo, se vogliamo vedere le modifiche”, affermano gli organizzatori.
Nel sito di iWorry si legge che ogni 15 minuti un elefante viene ucciso per le sue zanne e vengono massacrati 36 mila elefanti all’anno. Con questo ritmo, il bracconaggio degli elefanti africani potrebbe determinare la loro estinzione nel 2025.
Come riporta il National Geographic, secondo un rapporto delle Nazioni Unite del maggio 2013, il commercio dell'”oro bianco” è in mano ad associazioni criminali e gruppi terroristici che minacciano la sicurezza degli stati africani e mondiale. Un’inchiesta durata otto anni sul traffico di avorio, condotta dall’Ong Elephant Action League, ha dimostrato che buona parte dei finanziamenti del gruppo degli shebab somali, responsabile dell’attacco al centro commerciale di Nairobi di pochi giorni fa, proviene da questo commercio illegale. Secondo Andrea Crosta, direttore dell’Ong, tutto questo denaro “consente agli shebab di esercitare il controllo sui giovani assoldati, spesso poverissimi e privi di motivazioni ideologiche”. Prima dell’intervento militare africano in Somalia, continua Crosta, “da una a tre tonnellate di avorio transitavano ogni mese dai porti della Somalia meridionale”, vaste zone della quale sono controllate dagli shebab, che operano attraverso la frontiera e hanno una rete molto efficiente in Kenya.
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