Assetati. Affamati. Terrorizzati. Trasportati in condizioni terribili per migliaia di chilometri. Di’ basta all’esportazione di animali vivi.

Firma la petizione promossa da Ciwfs

Nel 2018, 10.880 bovini italiani sono stati vittime di uno dei commerci più crudeli, finendo la loro breve vita in paesi del Nord Africa, Medio Oriente e in Turchia. Questi animali hanno subito le pene dell’inferno e, con estrema probabilità, sono stati macellati in condizioni brutali e disumane.

I maltrattamenti inflitti a bovini esportati dall’Italia verso il Medio Oriente sono stati mandati in onda da Striscia La Notizia, su Canale 5, grazie a Edoardo Stoppa, che ha realizzato un’inchiesta, basata sui video-shock girati da Animals International (AI) e diffusi da Lav e Ciwf. Le immagini sono troppo drammatiche per essere mostrate ma la voce di Gabriel Paun, direttore europeo di AI, intervistato da Edoardo Stoppa può dare l’idea della gravità delle riprese: “Gli animali sono uccisi brutalmente senza alcun tipo di stordimento, in mattatoi di fortuna, macellerie, persino per strada. Il video, che rappresenta la prassi, vede il bovino issato a un pilastro, o a un muro, con una corda legata al collo. Ancora libero di muoversi, cerca di difendersi e di sfuggire, cosa che rende difficile, per l’operatore, colpirlo al collo. Ne risultano numerose ferite inferte all’animale, ancora vivo e cosciente, che morirà dopo lunghe e atroci sofferenze”.

Gli animali filmati nell’investigazione sono partiti da Nuoro e trasportati fino a Cremona, da qui nuovamente in camion fino a Marsiglia, dove vengono imbarcati per l’Egitto, Paese in cui si conclude il loro viaggio “legale” e inizia una seconda parte, senza intermediari, che li porterà fino a Gaza, per essere uccisi con atroci sofferenze.

Non sono casi isolati

Purtroppo, non si tratta di casi isolati: la presenza di bovini italiani in mattatoi di Paesi terzi, con tutele insufficienti o nulle per gli animali, è un fenomeno tutt’altro che marginale, come mostrano i dati sull’export.

  • Nel 2017, l’Italia ha esportato 28.953 bovini, verso Paesi UE e extra UE, di cui 9.276 (il 32%) verso Algeria, Egitto, Tunisia e Turchia.
  • Nel 2018, l’Italia ha esportato 28.312 bovini, di cui 10.880 (il 38%, con un aumento annuo di 6 punti percentuali) verso Nord Africa, Medio Oriente e Turchia. Gli animali esportati provenivano da allevamenti situati in Veneto e Lombardia.
  • A livello comunitario i numeri sono ancor più impressionanti: ogni anno oltre 1 milione di bovini e ovini europei vengono esportati via mare e su strada, verso Paesi terzi dove non esistono legislazioni che li tutelino.

Segnali di cambiamento

Anche se con grandi resistenze e ritardi, in Europa ci sono dei segnali incoraggianti: lo scorso febbraio il Parlamento Europeo ha adottato una risoluzione non legislativa per fermare il trasporto di animali vivi verso i Paesi che non sono in grado di garantire sufficienti standard di protezione. (https://bit.ly/2UXx4K4). A seguito di questo annuncio – e di pressioni provenienti dai media e da veterinari che si sono rifiutati di autorizzare i trasporti verso destinazioni reputate “critiche” – alcuni Stati tedeschi, Baviera, lo Schleswig-Holstein e l’Assia hanno fermato, seppur in via provvisoria, l’export di animali vivi verso Paesi terzi.

Recentemente, il Ministro dell’Agricoltura tedesco si è dichiarata contraria all’esportazione di animali vivi verso paesi terzi a scopo di macellazione.

La richiesta della petizione online

A seguito di quanto sta accadendo in Europa, la petizione si rivolge ai Ministri dell’Agricoltura e della Salute chiedendo che l’Italia smetta subito di esportare animali vivi verso i Paesi terzi.

Se già il trasporto a lunga distanza di animali vivi all’interno dei confini europei comporta sofferenze e andrebbe conseguentemente vietato, l’esportazione di animali oltre i confini dell’Unione Europea apre le porte alle più atroci brutalità e deve essere proibito con ancor maggiore urgenza.

(Immagini  e fonte: Cifaw)