Collare elettrico antiabbaio? La Cassazione dice ‘no’: usarlo configura il reato di maltrattamento
Il collare antiabbaio è un dispositivo che si attiva attraverso le vibrazioni del cane provocate nel momento in cui abbaia. Ne esistono tre tipi: quello elettrico, che provoca una scossa elettrica, quello ad ultrasuoni, che emette ultrasuoni a forte intensità, e quello che nebulizza acqua, citronella, lavanda o altre sostanze odorose.
Per quanto riguarda il collare elettrico antiabbaio, la Corte di Cassazione afferma che questo dispositivo è incompatibile con la natura del cane, spiegando che si tratta “di un addestramento basato esclusivamente sul dolore, lieve o forte che sia, e che incide sull’integrità psicofisica del cane” e come produca nell’animale “effetti collaterali quali paura, ansia, depressione e anche aggressività”.
Con la sentenza n. 38034/13, la Corte di Cassazione, Sezione III penale, conferma l’orientamento giurisprudenziale aggiungendo che, “a prescindere dalla specifica ordinanza ministeriale e dalla sua efficacia”, l’uso di questo collare rientra nella previsione del Codice penale che vieta il maltrattamento degli animali ai sensi dell’articolo 727 del Codice penale che punisce la detenzione di animali “in condizioni incompatibili con la loro natura e produttive di gravi sofferenze”.
Successive sentenze della Corte di Cassazione hanno confermato questo orientamento. Da ultimo, la sentenza n. 3290/2018.
Ricordiamo che il collare antiabbaio può mettere a tacere temporaneamente un sintomo, ma non cura affatto il disagio del cane che abbaia.
Testo integrale della sentenza della Corte di Cassazione n. 38034/2013
Testo integrale della sentenza della Corte di Cassazione n. 3290/2018