Tutta la vita in uno spazio grande meno di uno smartphone di media grandezza. È quanto è destinato alle quaglie che, negli allevamenti intensivi, vivono in gabbie della superficie tra gli 86 e i 184 cm quadrati. Lo denunciano Animal Aid, Animal Law, Ciwf Italia, Enpa, Lav, Legambiente, Leidaa e Terra Onlus invitando i cittadini italiani a firmare l’iniziativa dei cittadini europei End the Cage Age che chiede la fine dell’uso di tutte le gabbie negli allevamenti Ue.
La petizione online deve raccogliere un milione di firme entro l’11 settembre prossimo.
In Italia sono allevate a scopo alimentare circa 12 milioni di quaglie (1,4 miliardi nel mondo, 143 milioni in Ue), la stragrande maggioranza in gabbia. Questi piccoli uccelli vengono allevati sia per la carne che per le uova, disponibili anche al supermercato ma senza obbligo di etichetta che indichi il metodo di allevamento. La vita di una quaglia allevata per produrre carne è di cinque settimane; sei mesi la vita di una quaglia allevata per produrre uova.
L’iniziativa dei cittadini europei End the Cage Age è sostenuta da oltre 140 associazioni. Lanciata a Bruxelles lo scorso settembre e a Roma in ottobre, l’iniziativa ha riscosso il sostegno di vip e politici, anche del ministro della Salute Giulia Grillo, che ha firmato la petizione. L’obiettivo è ottenere un pronunciamento della Commissione Europea su questo argomento.
YouAnimal.it sostiene e diffonde l’iniziativa End the Cage Age ma, a nostro avviso, un allevamento cage-free rimane pur sempre un allevamento che inevitabilmente determinerà la sofferenza e la morte degli animali. Nella nostra visione, non esistono animali “da reddito” nati per soddisfare le esigenze egoistiche dell’uomo, e il nostro ideale resta l’abolizione integrale degli allevamenti.
Ci auguriamo che questa iniziativa porti effettivamente a un miglioramento delle condizioni di vita degli animali e che la Commissione Europea si faccia presto promotrice di modifiche radicali della normativa vigente in materia.