Sara e Tobia sono due capovaccai nati al Centro rapaci minacciati (Cerm) nel 2015 e liberati lo stesso anno rispettivamente in Puglia e Calabria. A maggio 2019 erano ritornati in Italia dopo aver trascorso 4 anni in Niger (Sara) e Mali (Tobia), con le estati passate nelle montagne del nord dell’Algeria. Dopo aver trascorso quattro mesi girovagando tra Basilicata e Calabria (nidificano dal quinto anno in su), a fine agosto sono ripartiti per tornare in Africa. Il monitoraggio satellitare (vedi l’infografica sotto) è reso possibile grazie ai Gps di cui i due uccelli sono dotati.
Sara, durante questo viaggio, ha trascorso 32 giorni in Sicilia in attesa di venti favorevoli per attraversare lo Stretto. Il 7 settembre alle 11 finalmente è partita per Capo Bon in Tunisia ma, visti i venti ancora non ideali, ha ripiegato per l’Isola di Pantelleria dove è giunta alle 17, dopo 130 km di volo sul mare, a soli 21 km/h di velocità media. Qui ha passato la notte ed il mattino dopo è ripartita alle 8, arrivando alle 13:30 a Capo Bon, percorrendo altri 82 km sul mare a una velocità media di soli 14 km/h. Basse velocità che rivelano una certa difficoltà per riuscire a completare il viaggio che normalmente compiono a circa 40 km/h. Sara in questo avventuroso viaggio non era sola, con lei c’era anche Tobia. Grazie ai dati Gps, i ricercatori del Cerm hanno visto che i due si sono incontrati nei cieli del trapanese alle 11 del 6 settembre, provenienti da due aree diverse. Insieme sono andati all’Isola di Marettimo, nella quale hanno dormito. Il giorno dopo sono partiti alla stessa ora seguendo l’identica rotta, stessi punti di sosta a Pantelleria, stesso tragitto verso Capo Bon ed infine lo stesso luogo di sosta in Tunisia. Vedremo ora se si separeranno in Africa per raggiungere i due paesi dove hanno passato sinora i primi anni di vita.
Sara è attualmente in Algeria, nella regione nella quale opera l’ornitologa Sarra Messabhia, esperta di capovaccai e che conosce molto bene Sara per averla vista e fotografata negli anni passati. Tobia, che ha un Gps che ritarda un po’ nell’invio dei dati, per ora risulta in Tunisia ma non è detto che non segua ancora Sara.
Dati sulla presenza dei due capovaccai sono stati inviati a Hichem Azafzaf e Claudia Feltrup-Azafzaf, rispettivamente presidente e direttore esecutivo dell’associazione Les Amis des Oiseaux (AAO/BirdLife Tunisia), molto attiva nella protezione dell’avifauna e della natura tunisina.
Ricordiamo che il Capovaccaio (Neophron percnopterus) è una specie considerata a rischio estinzione e anche per questo i Carabinieri Forestali del Servizio Cites e molti volontari hanno protetto, “accudito” e seguito Sara e Tobia durante la loro permanenza in Italia.
Foto in evidenza © Loredana Murabito