La Convenzione di Bonn e la Convenzione di Berna hanno dichiarato il loro impegno comune nella lotta al bracconaggio nella regione mediterranea. I membri della Task Force Intergovernativa sulle uccisioni, la cattura e il commercio illegali di uccelli migratori nel Mediterraneo, istituita dalla Convenzione sulle specie migratorie (Cms) delle Nazioni Unite e dalla Rete di Focal Points speciali della Convenzione di Berna hanno concordato di elaborare una strategia comune per affrontare il problema nel prossimo decennio. Alla riunione congiunta, che si è tenuta nella sede della Tenuta presidenziale di Castelporziano lo scorso maggio, hanno preso parte i rappresentanti di 25 Paesi del Mediterraneo ed europei e oltre 20 organizzazioni internazionali e Ong. Insieme hanno discusso delle modalità per affrontare gli atti illeciti contro gli uccelli.
La decisione è arrivata a seguito della pubblicazione del Rapporto di IPBES delle Nazioni Unite, che prevede nel futuro un’enorme perdita di specie viventi a causa dell’impatto umano.
Circa 20 milioni di uccelli cadono vittima di uccisioni, cattura e commercio illegali in Europa e nel Mediterraneo ogni anno. È questa la causa principale del rapido declino di diverse specie in questa regione.
I Paesi partecipanti hanno fornito nuovi dati che fanno luce sull’entità degli atti criminali sugli uccelli e sulle principali cause: gli uccelli sono catturati principalmente come cibo, per sport e per il commercio.
“Il crimine sugli uccelli è un fenomeno complesso, che richiede un approccio multisettoriale per essere efficacemente affrontato. La collaborazione tra i diversi attori è fondamentale e il fatto che due convenzioni internazionali abbiano accettato di rafforzare ulteriormente la loro cooperazione sviluppando una strategia comune rappresenta un significativo passo avanti”, ha affermato Marco Barbieri, responsabile del Segretariato della Cms.
A partire dal prossimo anno, e fino al 2030, il Piano Strategico di Roma sviluppato nell’ambito della Cms e la Convenzione di Berna coordineranno un’azione per razionalizzare efficacemente gli sforzi per combattere gli illeciti contro gli uccelli selvatici. Il coinvolgimento di governi, autorità giudiziarie, polizia, ambientalisti e cacciatori nel Piano Strategico di Roma sarà la chiave del suo successo.
Il piano Strategico di Roma definirà gli obiettivi e le azioni a livello nazionale e internazionale per eradicare l’uccisione, la cattura e il commercio illegali di uccelli selvatici.
Per valutare l’impatto del crimine sugli uccelli e il successo nel contrastarlo, il piano definisce i sistemi di monitoraggio per tutti i Paesi e include indicatori per misurare i progressi nel raggiungimento degli obiettivi.
Lo scorso anno, diversi Paesi del Mediterraneo ed europei hanno raccolto informazioni sul monitoraggio, la legislazione, l’applicazione, la prosecuzione e la prevenzione a livello nazionale utilizzando uno strumento di monitoraggio dedicato, il cosiddetto “quadro di valutazione”, adottato dalla Cms e dalla Convenzione di Berna.
Il monitoraggio continuo è fondamentale per raccogliere dati sulle attività illegali e su altri parametri quali indicatori per misurare i progressi nell’attuazione delle leggi sulla fauna selvatica.
Nonostante il diffuso crimine sugli uccelli nel Mediterraneo, i primi risultati rappresentano una buona indicazione per ottenere un cambiamento in positivo. Le prossime valutazioni sugli atti illeciti contro gli uccelli attraverso questo strumento sono previste per il 2020 e il 2023.
In questo contesto l’Italia ha già adottato un Piano d’Azione Nazionale nel 2017 per ridurre il livello di uccisioni illegali di uccelli nel paese. Il Piano ha rafforzato l’attività di contrasto e migliorato la cooperazione nell’Italia meridionale.
I Carabinieri Forestali hanno creato un database sugli uccelli intrappolati, colpiti e avvelenati e condotto campagne anti-bracconaggio in aree particolarmente esposte al fenomeno.
In futuro, il Governo intende migliorare la formazione di chi interviene nel contrasto del bracconaggio e nell’azione giudiziaria, rafforzare le sanzioni per gli atti illeciti contro fauna selvatica.
Altri Paesi stanno seguendo questo modello o hanno già avviato attività simili per proteggere le popolazioni condivise di uccelli migratori minacciati dalla criminalità.
Maria Carmela Giarratano, direttore generale della Direzione Protezione Natura del Ministero dell’Ambiente italiano, ha dichiarato: “L’Italia è fortemente impegnata verso l’eliminazione della cattura, del commercio e delle uccisioni illegali di uccelli, principalmente attraverso il Piano di azione nazionale e la collaborazione di tutte le pubbliche amministrazioni, le forze dell’ordine e gli stakeholder. Queste attività illegali sono in diminuzione nel nostro Paese, ma c’è ancora bisogno di ulteriori controlli, prevenzione e sensibilizzazione. È stato un grande onore ospitare la riunione congiunta della Convenzione di Berna e di Bonn nella prestigiosa sede della Tenuta Presidenziale di Castelporziano, offrendo l’opportunità di concordare la struttura e gli obiettivi del prossimo Piano Strategico per l’eradicazione dell’uccisione illegale, la cattura e il commercio di uccelli “.