Gli attivisti di Peta (People for the ethical treatment of animals) invitano a boicottare i prodotti con pelliccia di coniglio d’angora, denunciando, immagini alla mano, che negli allevamenti cinesi gli animali vengono scuoiati vivi.
In un video diffuso dagli animalisti, si vedono degli allevamenti di conigli d’angora bianchi, nei quali gli animali sono appesi ad assi di legno in stanze piene di gabbie, mentre degli operai li scuoiano vivi tra grida strazianti. Strappare le pellicce in questo modo è più lucroso per le aziende, perché il prodotto risulta “di migliore qualità”, secondo fonti dell’organizzazione animalista.
“Peta lancia un appello ai consumatori mentre si avvicina Natale e il Capodanno cinese: leggete bene l’etichetta sui pullover o i foulard”, ha dichiarato il vicepresidente di Peta-Asia in un comunicato. “Se c’è scritto ‘angora’, ricordatevi di questi simpatici conigli, la cui pelliccia viene strappata crudelmente dalla loro pelle”, ha aggiunto.
Un attivista ha visitato da infiltrato 10 allevamenti tra giugno e settembre, la metà dei quali lavorava su animali vivi”, ha spiegato la portavoce di Peta, Ashley Fruno. “Le altre aziende tagliano la pelliccia o rasano gli animali, ma il procedimento li fa comunque soffrire”, ha sottolineato. Le fabbriche riprese nel video si trovano nella province cinesi di Jiangsu e Shandong. E i numeri sono preoccupanti: stando a quanto riferito da Peta, il 90% delle pellicce d’angora nel mondo proviene proviene proprio dalla Cina.
2 COMMENTS
Giulio Baroncelli
Questa campagna contro i capi contenenti angora e’ giusta per quanto riguarda esclusivamente la qualita’ SPYKE a pelo lungo, e solo per una parte dei produttori cinesi che strappano il pelo in modo brutale,e che dobbiamo combattere. Questo tipo di angora viene impiegato nella produzione di filati che devono caratterizzare le maglie per la lunghezza della fibra, non tanto per la morbidezza. Ci sono altri tipi di angora che rappresentano il 90% della produzione mondiale e che vengono usati per la loro sofficita’ e morbidezza spesso in alternativa al cashmere. Io ho visitato gli allevamenti dello jiangsu branch, dello Zhejiang che insieme a quelli della regione dello Shandong producono poco meno della totalità dell’ angora cinese e non ho assolutamente mai visto questa orribile procedura. Anche in Francia esiste una produzione di questo tipo di angora con una caratteristica tipologia di conigli che sviluppano pelo lungo e di un micronaggio molto piu’ ordinario ma con metodi di raccolta assolutamente diversi da quelli visionati nei vari film messi in rete. Se questa campagna contro l’ utilizzo della fibra di angora non sara’ rettificata e divulgata nel modo corretto sarà causa di una grave ingiustizia verso tutti i produttori che utilizzano questa fibra
Giulio Baroncelli
Peta con i film messi in rete riguardanti i maltrattamenti dei conigli di angora sta mettendo in crisi un settore nel quale vi lavorano milioni di persone. H&M come al solito ha colto l’occasione per farsi pubblicita’ senza avere conoscenza approfondita del problema. Questi maltrattamenti riguardano esclusivamente una produzione di pelo classificato con il nome SPIKE. La quantita’ di questa tipologia non raggiunge il 10% della produzione mondiale, perché il suo impiego e’ finalizzato a creare sui capi un effetto pelliccia non per conferire morbidezza come il resto della produzione di angora. Questi maltrattamenti sono in uso solamente in Cina e sarebbe opportuno fare un’ azione contro i produttori cinesi di questo particolare tipo di angora con l’ intervento del governo. Alcune ditte hanno gia’ fatto istanza contro Peta poiché stanno coinvolgendo in questo problema produttori che operano in modo normale senza procurare disagi agli animali.