Ricostruito per la prima volta, da veterinari italiani, il becco a una cornacchia con la stampa in 3D.
Grazie a quest’innovativa tecnologia e ai volontari e all’intervento di Leal – Lega antivivisezionista, si è conclusa positivamente la storia di Giada ha un becco nuovo.
La Leal ha contribuito e sostenuto la raccolta fondi per il volatile, che a causa di un trauma era rimasto privo della gran parte del becco:non sarebbe potuto sopravvivere se non in cattività e con appositi mangimi morbidi preparati ad hoc. La svolta è arrivata con una protesi in 3D per il becco, anche se l’iter che ha portato all’impianto non è stato semplice: tante visite, consulti, esami e valutazioni, ma al
termine la cornacchia ha conquistato il primato italiano.
Per salvare Giada si sono mobilitati in tanti: lo staff dell’ospedale veterinario San Francesco di Milano, che ha fatto le Tac per i modelli; il tecnico brasiliano Cicero Moraes, che ha preparato i file per la realizzazione della protesi; il tecnico Antonio Bencini, che ha stampato ben sei protesi in diversi materiali; l’equipe della Clinica
veterinaria Montevecchia nel lecchese, specializzata in animali esotici e dove è stata applicata la protesi, restituendo il becco alla giovane cornacchia. Giada ora sta bene – riferisce la Leal – sta tornando a essere autonoma e si sta gradualmente riabituando a beccare. E presto l’attende un futuro in semilibertà.
(In evidenza una foto d’archivio)