E’ stato restituito al suo territorio e ai suoi genitori l’aquilotto del Bonelli che era stato rubato i primi di maggio dal nido in provincia di Agrigento e ritrovato nel covo di un bracconiere ad Alessandria dal Servizio Cites del Corpo Forestale dello Stato. Sabato scorso è stato rilasciato nella zona dove è stato rapito e dove stazionano i genitori, che lo hanno subito accolto posandosi vicino a lui e stimolandolo a volare.
Il piccolo è stato dotato di radiotrasmittente che consentirà ai ricercatori di seguirlo negli spostamenti. Subito dopo la liberazione ha provato spontaneamente alcuni voli. Dopo un breve periodo di riabilitazione presso il Centro recupero fauna selvatica della Lipu a Ficuzza (Palermo), il rilascio in natura, particolarmente delicato e unico nel suo genere, è stata pianificato dai tecnici del Coordinamento tutela rapaci Sicilia, Massimiliano Di Vittorio e Andrea Ciaccio.
“E’ probabilmente la prima volta al mondo che un giovane animale selvatico viene restituito ai genitori dopo essere stato lontano da loro per circa 50 giorni soprattutto in questa delicatissima fase della sua vita”, ha dichiarato Giovanni La Grua, uno dei responsabili del Coordinamento Tutela Rapaci Sicilia. “L’aquilotto era già nelle condizioni di volare”, hanno spiegato Di Vittorio e Ciaccio, “ma solo dopo aver avuto la certezza che i genitori lo riconoscessero, senza dimostrare comportamenti aggressivi, è stato deciso di liberarlo. Da alcuni giorni il rapace staziona nei pressi del nido in compagnia degli adulti che lo assistono nelle prime prove di caccia e continuano a supportarlo per l’approvvigionamento del cibo”.
I tecnici e volontari del Coordinamento hanno quindi assistito alle prime fasi del contatto con i genitori, i quali hanno subito riconosciuto l’aquilotto, stimolandolo a volare. Dopo aver trascorso la prima notte, l’individuo, rintracciabile grazie alla trasmittente radio che gli è stata applicata e riconoscibile grazie alla decolorazione alare, ha continuato ad esercitarsi nei giorni successivi in piccoli voli bassi prima di “salire” su una termica e volare in alto nel cielo.
L’animale, guardato a vista dai volontari del Coordinamento, ha dimostrato una certa curiosità allontanandosi di circa sei chilometri dal sito di rilascio prima di farvi rientro in modo spontaneo, dimostrando già una pronta conoscenza del suo territorio.
“Possiamo ritenere che l’operazione di liberazione dell’aquila di Bonelli sia completamente riuscita”, si legge in una nota del Coordinamento. “Considerando che si tratta di una specie a rischio di estinzione e di un esemplare rubato per essere poi immesso nel mercato illegale della compravendita di rapaci Questo risultato apre nuove prospettive nel campo della restituzione in natura di animali rari che possono così essere riportati nelle aree di origine”.
Con questa liberazione salgono a 26 le aquile di Bonelli nate in Sicilia e libere di solcare i cieli.
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Video sul ritrovamento con intervista a Marco Fiori, sovrintendente Cites del Corpo Forestale dello Stato.