Il gip di Trento, Marco La Ganga, ha disposto l’imputazione coatta dell’ex presidente della Provincia autonoma di Trento, Ugo Rossi (nella foto), e del dirigente provinciale Maurizio Zanin, responsabile del Servizio foreste, per aver deciso, con un’ordinanza, l’abbattimento dell’orsa KJ2, colpevole di aver aggredito due persone nel 2017, probabilmente per difendere i suoi cuccioli.

L’ipotesi di reato è quella prevista dall’art. 544 bis del codice penale, che recita: «Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da quattro mesi a due anni». Secondo il gip, Rossi e Zanin avrebbero dovuto valutare una strada diversa dall’abbattimento, che avvenne il 12 agosto 2017, come ad esempio la cattura dell’animale.

“Apprendo con stupore e rammarico la decisione assunta dal giudice per le indagini preliminari di non accogliere la richiesta di archiviazione e di dover procedere alla imputazione, nei miei confronti e nei confronti del dottor Zanin, in relazione agli atti assunti nell’agosto del 2017 circa l’abbattimento di un esemplare di orso pericoloso”, ha commentato l’ex governatore in una nota.

Ben diversa la presa di posizione degli animalisti: “A due anni e tre mesi da quella barbara uccisione, disposta nei giorni di ferragosto, è arrivata la decisione del Gip di procedere con il processo. Esprimiamo molta soddisfazione per questa decisione del giudice», dichiara Simone Stefani, responsabile della Lav Trento. “Questa decisione conferma la bontà delle nostre ragioni a difesa dell’orsa che abbiamo sempre sostenuto non solo nella diffida inviata a Ugo Rossi per tentare di bloccare l’uccisione di KJ2, ma anche nelle due volte in cui ci siamo opposti con i nostri legali alle richieste di archiviazione mosse dalla Procura. Ragioni che ora diventano elementi concreti a sostegno dell’impianto accusatorio. Fu un’esecuzione decisa in fretta e furia nei giorni di ferragosto, mentre non c’era alcun tipo di problema per l’incolumità pubblica, tant’è che KJ2 aveva condotto i suoi cuccioli a rifugiarsi sulle pendici del Monte Bondone, ben lontano dai centri abitati. Purtroppo non possiamo ridare la vita a mamme orse come Daniza e KJ2, ma speriamo che la giustizia faccia positivamente il suo corso. Il nostro pensiero non può che andare a M49, oggi in letargo dopo la sua rocambolesca fuga dal Casteller. Considerando che peraltro l’orso Papillon non ha mai avuto uno scontro con un uomo, le tesi in cui creerebbe problemi di sicurezza pubblica è solo una scusa per cogliere consensi politici tra gli allevatori”.