Vivere con un cane durante l’infanzia potrebbe ridurre il rischio di schizofrenia in età adulta. Un effetto che non si osserva, invece, se da bambini si è avuto un gatto in casa. E’ la conclusione a cui è giunto uno studio pubblicato su Plos One a firma di ricercatori della Johns Hopkins University di Baltimora (Usa).
I ricercatori hanno studiato pazienti adulti in cura presso l’ospedale Sheppard Pratt di Baltimora, 396 con schizofrenia e 381 con disturbo bipolare. Li hanno confrontati con 594 soggetti di controllo sani. Ai partecipanti è stato domandato se avessero avuto un cane o un gatto quando erano piccoli e, in caso di risposta positiva, è stato chiesto di descrivere la prima e l’ultima volta in cui avevano avuto contatti con l’animale.
Ne è emerso che più della metà dei pazienti aveva avuto un cane e circa un terzo un gatto, prima di compiere 13 anni.
Dopo aver preso in considerazione altri elementi, gli scienziati hanno scoperto che l’esposizione a un cane in qualsiasi momento durante l’infanzia può essere associata a un rischio del 24% inferiore di schizofrenia.
Chi aveva un cane fin dalla nascita aveva addirittura il 55% in meno di probabilità di incappare nella patologie psichiatrica rispetto alle persone che non avevano mai avuto un quattrozampe in vita loro. Nessun effetto significativo è stato invece osservato dall’esposizione ai gatti.
“Non conosciamo il meccanismo”, ha detto l’autore principale dello studio, Robert H. Yolken, professore di Pediatria alla Johns Hopkins, sebbene si sia notato che il microbioma delle persone con schizofrenia era diverso da quello delle persone sane. “Una possibilità potrebbe consistere nel fatto che avere un cane in casa modifichi il microbioma e cambi la probabilità di sviluppare un disturbo psichiatrico”, ipotizza il ricercatore.