Il presidente dell’Oipa Italia, Massimo Comparotto: “Un’ammissione di colpa“
Wuhan, la megalopoli cinese dove si è inizialmente manifestato il nuovo coronavirus, ha vietato formalmente il consumo di carne di animali selvatici. Un ‘avviso’ diffuso sul sito web del governo locale vieta per cinque anni, l’allevamento, la caccia e il consumo di animali selvatici. Tra i dieci punti della normativa pubblicata il 20 maggio scorso, vi è anche il bando al “commercio illegale” e al consumo di specie rare.
La notizia arriva dopo mesi di battaglia contro la pandemia di Covid-19, quando ormai nel mondo sono oltre cinque milioni i casi di contagio e più di 345 mila i decessi (dato al 25 maggio 2020).
“La decisione delle autorità locali di Wuhan, primo focolaio della pandemia di Covid-19, di vietare il consumo di animali selvatici per cinque anni è un’ammissione di colpa”. Ha commentato Massimo Comparotto, presidente dell’Organizzazione Internazionale Protezione Animali (Oipa) Italia. “Molta strada occorre fare affinché l’umanità instauri una relazione armoniosa con gli animali. E cinque anni sono niente in questa direzione. Per l’ennesima volta un’epidemia virale fa il salto di specie e colpisce l’uomo nel momento in cui cattura in natura, tiene in cattività e uccide specie selvatiche per cibarsene. Occorre ripensare l’intero sistema alimentare a livello globale: solouna dieta vegetariana può garantire a tutti, anche alle popolazioni più povere, un corretto uso del suolo, il rispetto degli animali, la sostenibilità ambientale”.