Da “assolutamente protetto” a “protetto”: la Svizzera ha chiesto alla Convenzione internazionale di Berna un “declassamento” del grado di tutela del lupo, con l’obiettivo di concedere agli Stati membri un margine di manovra più ampio nella “gestione sostenibile” della specie.
Con il declassamento del livello di protezione, il lupo potrebbe diventare una specie cacciabile.
È quanto indica un comunicato dell’Ufficio federale dell’ambiente (Ufam). La richiesta verrà esaminata dal Comitato permanente della Convenzione nella sua seduta annuale del mese di novembre.
‘Ufam ritiene che negli ultimi decenni la popolazione di lupi in Europa sia aumentata in misura considerevole, in particolare nei Paesi in cui questa specie non era più presente quarant’anni fa, al momento dell’elaborazione della Convenzione internazionale. In Svizzera i primi lupi sono giunti nel 1995 e da allora si sono formati nelle Alpi tre-quattro branchi per un totale di una cinquantina di esemplari.
Malgrado il declassamento, sottolinea l’Ufam, il lupo rimarrebbe una specie protetta. I Paesi contraenti sarebbero tenuti, come in passato, ad adottare misure di intervento e a sorvegliare il predatore attraverso programmi nazionali. Traduzione: il contenimento della specie potrebbe passare per un programma di eliminazione degli esemplari ritenuti “in eccedenza” attraverso battute di caccia.
La dequalificazione armonizzerebbe tuttavia la gestione del lupo negli Stati europei, che non sarebbero più costretti a ricorrere sistematicamente alle clausole derogatorie.
Una richiesta analoga della Svizzera era già stata respinta dal Comitato permanente della Convenzione nel 2006. Secondo l’Ufam, oggi sono numerosi i paesi dell’Europa occidentale che stanno discutendo su un’eventuale riduzione del grado di protezione del lupo.
A favore di norme più flessibili nella gestione della specie si è invece pronunciata in aprile la Commissione dell’Ambiente, della pianificazione del territorio e dell’energia del Consiglio degli Stati.