La Regione Piemonte sta per inserire 15 specie in ‘stato di conservazione sfavorevole‘ tra quelle cacciabili.
Firma e diffondi la petizione diretta al presidente della Regione, Alberto Cirio.
Firma la petizione Fermiamo la strage di uccelli in Piemonte
Scrive il Tavolo Animali & Ambiente, promotore della petizione:
“La Giunta Regionale del Piemonte si appresta a riaprire la caccia a ben 15 specie. Si prepara un colpo definitivo alla martoriata fauna selvatica dei territori piemontesi, già minacciata da numerose altre cause.
La Lega, lo stesso raggruppamento politico di centrodestra guidato nel 2012 da Roberto Cota (Lega) che nel 2012 aveva abrogato la legge regionale n. 70/96 al solo e dichiarato scopo di impedire il referendum regionale contro la caccia, si appresta ora ad introdurre nell’ordinamento regionale una serie di modifiche legislative che, se accolte, porteranno il Piemonte indietro di trent’anni.
Gli aspetti più critici della proposta della Giunta sono:
a) aumento di 15 unità delle specie cacciabili;
b) fortissimo ridimensionamento del legame cacciatore-territorio;
c) caccia di selezione agli ungulati consentita anche in orario notturno;
d) agevolazione dell’arrivo in Piemonte di cacciatori foranei, ora limitato tra il 5% e il 10% del totale;
e) immissioni di animali d’allevamento “pronta caccia” tutto l’anno.
f) cancellazione della norma che avrebbe consentito ai proprietari dei fondi di vietare la caccia sui propri terreni, divieto ritenuto legittimo dalla Corte Costituzionale, superando così quanto previsto dall’art. 842 del codice civile.
Il disegno di legge n. 83 Disposizioni collegate alla legge di stabilità regionale 2020 è all’ordine del giorno da lunedì 2 marzo 2020 in I Commissione Bilancio del Consiglio regionale del Piemonte, i
In particolare, l’art. 16 del ddl modifica, abrogandolo, il comma 5 dell’articolo 2 della legge regionale n. 5/2018 e ripristina la possibilità di cacciare ben 15 specie, quasi tutte di uccelli: fischione, canapiglia, mestolone, codone, marzaiola, folaga, porciglione, frullino, pavoncella, combattente, moriglione, allodola, merlo, pernice bianca, lepre variabile.
Si tratta infatti di uccelli di piccole dimensioni e con abitudini alimentari prevalentemente insettivore, utili quindi a tenere sotto controllo la proliferazione di specie dannose per le colture agricole (allodola, merlo). In altri casi le specie oggetto della proposta hanno un carattere migratorio e sono presenti in Piemonte con un numero di esemplari estremamente ridotto. La pernice bianca è specie in sofferenza su tutto l’arco alpino, mentre non esistono dati sulla consistenza numerica della lepre variabile, che è comunque certamente molto ridotta. Numerose specie sono particolarmente tutelate a livello comunitario: pavoncella, combattente e moriglione sono classificate come ‘specie d’interesse conservazionistico di livello 2’ (specie la cui popolazione globale è concentrata in Europa, dove presenta uno stato di conservazione sfavorevole) mentre canapiglia, codone, marzaiola, mestolone, frullino, allodola sono Spec 3 (specie la cui popolazione globale non è concentrata in Europa, ma che in Europa presenta uno stato di conservazione sfavorevole).
Numerose pubblicazioni scientifiche dimostrano lo stato di declino di quasi tutte le specie oggetto di ampliamento del carniere, e nella maggioranza dei casi il prelievo venatorio è considerato una delle cause più importanti di tale situazione. Eppure la Regione Piemonte, pur di accontentare una esigua minoranza di cacciatori, non esita a sacrificare una delle sue più preziose risorse.
Si precisa infine che nessuna delle 15 specie è responsabile di danni all’agricoltura o ad altre attività antropiche degni di rilievo: il loro prelievo venatorio, quindi, assume unicamente finalità di tipo ludico e nessuna giustificazione di riequilibrio ambientale o faunistico può essere addotta in suo appoggio”.
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