Un nibbio reale è stato falciato dalle pale eoliche in provincia di Avellino. I veterinari lo hanno dichiarato irrecuperabile ed è a rischio eutanasia. La notizia arriva da Lipu-BirdLife Italia, che dà notizia dell’ennesima vittima degli impianti eolici: “E’ una strage”, denuncia l’associazione. “Questi impianti sono un rischio per la biodiversità, uccidendo rapaci e cicogne, oltre che compromettere ampie porzioni di territorio e di paesaggio italiano, tra i più celebrati al mondo ma privi di tutele dignitose”.
Il grave episodio è accaduto al’impianto eolico di Bisaccia, in provincia di Avellino vicino al confine con la Puglia. Il rapace è stato raccolto da un residente della zona. Il primo soccorso è arrivato da un veterinario di Bisaccia, quindi il nibbio reale è stato portato dai volontari della Lipu di Benevento al presidio ospedaliero veterinario Frullone dell’Asl Napoli 1.
L’impatto contro le pale eoliche ha tranciato gran parte dell’ala, dal radio e ulna fino alle falangi. “Lo ripetiamo da anni: lo sviluppo del settore eolico è avvenuto con modalità distorte che hanno causato scempi di territorio e danni alla natura, dalla Puglia al Molise, da Campania e Basilicata fino alla Calabria e alle Isole”, afferma Claudio Celada, direttore Conservazione natura Lipu-BirdLife Italia. “Questi impianti, spesso sovradimensionati rispetto alla reale sostenibilità ambientale, sono stati sorretti con incentivi generosi e realizzati in assenza di una programmazione seria che avrebbe evidenziato, in molti casi, l’inopportuna localizzazione di queste pale, che andrebbero realizzate solo in aree già degradate e lontano dalle rotte migratorie e dalle zone di forte presenza degli uccelli”.
L’episodio di Benevento non è che la punta di un iceberg e le vittime sono più di quelle registrate: “Le pale uccidono nibbi, avvoltoi, cicogne, e solo la ‘pulizia’ svolta da predatori come ratti, cani randagi e volpi impedisce spesso il ritrovamento delle carcasse o dei pezzi di esse”.
Il triste fenomeno delle collisioni degli uccelli contro le pale eoliche è stato studiato da ricerche realizzate in Paesi europei e pubblicati su riviste scientifiche che hanno evidenziato come alle collisioni si aggiungano effetti nocivi indiretti, come il disturbo e la sottrazione agli uccelli di enormi territori di caccia.
La Lipu evidenzia infine un dato che fa riflettere: “Sono migliaia le torri eoliche disseminate nel Mezzogiorno, senza nemmeno un’anagrafe di riferimento, per quasi 9 mila megawatt di capacità. Questo si traduce in un contributo elettrico, di scarsa qualità poiché imprevedibile, di solo il 4,7%, pari all’1,3% di fabbisogno energetico complessivo”. Come affrontare il problema? “Occorre cambiare subito le regole”, dichiara Fulvio Mamone Capria, presidente Lipu, “fermando anzitutto le aste 2014 e i suoi lucrosi incentivi di durata ventennale che finiranno per ricoprire ulteriori pezzi d’Italia d’inutili pale eoliche, dirottando responsabilmente queste risorse verso efficienza, risparmio e trasporti pubblici. Settori ben più utili nella lotta ai gas serra ma anche all’economia disastrata del nostro Paese, e che comportano tangibili vantaggi sociali”.