La Lav ha lanciato una petizione per contro il piano di abbattimento dei cervi del Cansiglio, zona protetta dalle norme europee (Sic e Zps) posta fra le province di Treviso, Pordenone e Belluno.
Obiettivo della protesta le aziende zootecniche i cui animali pascolano sul Cansiglio: la Lav invita inoltre i cittadini a scrivere alle aziende, informandole dell’intenzione di boicottare i loro prodotti se queste non si schiereranno contro il piano di abbattimento.
“I motivi alla base del piano di abbattimento sarebbero i danni provocati dagli ungulati ai pascoli utilizzati dalle aziende zootecniche del luogo”, commenta Massimo Vitturi, responsabile Lav settore Caccia e fauna selvatica. “I cervi, infatti, si ciberebbero dei foraggi lasciati nella zona per nutrire le mandrie delle aziende”.
Non l’elevato numero di cervi, quindi, peraltro mai supportato da un censimento, ma la competizione per il cibo tra animali selvatici e animali d’allevamento al pascolo, sono alla base del progetto di sterminio dell’amministrazione regionale del Veneto, che prevede l’uccisione di 1.200 animali.
“Ci auguriamo che la pressione esercitata dai cittadini, indignati per questa decisione, possa fermare il piano di abbattimento, prosegue Vitturi, “e che si proceda primariamente con la verifica scientifica dell’effettiva necessità di attivare un piano di riduzione numerica”.
Della questione dei cervi del Cansiglio sono stati investiti direttamente i Ministeri dell’ambiente e delle politiche agricole, con un’interrogazione a risposta scritta, presentata dalla deputata Michela Vittoria Brambilla, che chiede chiarimenti su due aspetti fondamentali della questione: la mancanza di dati certi relativi al numero di animali presenti e la violazione della legge nazionale che prevede in prima ipotesi l’attivazione di metodi incruenti per il contenimento numerico degli animali selvatici.
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