I resti delle munizioni nelle viscere o nella carne degli animali uccisi dai cacciatori provocano intossicazioni al piombo negli uccelli che si nutrono di carcasse, come l’aquila reale. Lo dimostrano i risultati di analisi realizzate nel 2014 dall’Istituto di medicina legale, farmacologia e tossicologia veterinaria dell’Università di Zurigo su richiesta della Stazione ornitologica svizzera e dell’Ufficio per la caccia e la pesca dei Grigioni.
La ricerca, voluta dopo che negli ultimi dieci anni ad alcune aquile trovate morte o malate è stato diagnosticato saturnismo, patologia dovuta all’esposizione al piombo, è stata condotta su 41 aquile e 20 altri rapaci a titolo comparativo. Da queste analisi è emerso un tasso di concentrazione molto alto, più elevato rispetto a quello dei test svolti all’estero, di piombo nelle ossa e nel sangue degli esemplari esaminati.
Le analisi hanno dimostrato inoltre che nei gufi reali, che non si nutrono di carogne come invece fanno le aquile, il tasso di piombo rilevato nelle ossa è dieci volte meno elevato. Il risultato è simile a quello delle marmotte o degli stambecchi.
I ricercatori sono così giunti alla conclusione che l’intossicazione delle aquile è dovuta presumibilmente alle munizioni da caccia.
Questa tesi è corroborata da studi Usa sul condor della California e sull’aquila di mare coda bianca.
Aquila reale
(Foto Paolo Taranto)