Leggi incostituzionali in Veneto, Lombardia, Liguria e Puglia, da impugnare subito, e mancata protezione della fauna in gran parte del territorio nazionale. Lo affermano in una lettera inviata al Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, Enpa, Lac, Lav, Lipu e Wwf Italia per denunciare il “caso venatorio Italia”.
“Un’eccezionale situazione di illegittimità – scrivono le associazioni – persistente e crescente, da parte di molte regioni italiane, riguardante norme regionali sull’attività venatoria non conformi alla legge quadro nazionale ed ai principi costituzionali in materia di tutele degli ecosistemi e della fauna selvatica”.
“Nel solo mese di dicembre 2017 – scrivono le associazioni – le regioni Veneto, Lombardia, Puglia, Liguria hanno approvato norme che violano in maniera palese le leggi nazionali di riferimento e il dettato costituzionale. Il Veneto ha introdotto nuovamente la ‘mobilità venatoria’ non consentita dalla legge 157, come confermato numerose volte dalla Corte di Cassazione; la Lombardia ha modificato illegittimamente le regole di annotazione dei capi abbattuti sul tesserino venatorio; la Puglia ha modificato il concetto di ”esercizio venatorio”, definendolo in modo improprio; la Liguria sta tentando illegalmente di consentire la commercializzazione in sagre e fiere di animali abbattuti a caccia (attività qualificata come reato dalle norme nazionali).
Una situazione di clamorosa e reiterata violazione costituzionale che dà l’idea della gestione regionale della materia venatoria, in gran parte piegata al mondo della caccia, e che è aggravata dalla pressoché totale assenza delle amministrazioni centrali, la cui azione di monitoraggio e correttivo, per ripristinare le regole e garantire la tutela della natura, è blanda, tardiva e talvolta del tutto assente.
“A ciò si aggiunge il quadro complessivo delle previsioni venatorie regionali – prosegue la lettera – caratterizzato da una notevole carenza di tutele, ad esempio per le numerose specie ancora oggetto di caccia nonostante lo stato conservazione negativo, da tempi di caccia troppo lunghi e dal grave deficit di controlli sul territorio, vero e proprio via libera alla caccia illegale e al bracconaggio”.
“Per queste ragioni – concludono Enpa, Lac, Lav, Lipu e Wwf Italia – è indispensabile ed urgente che il Governo e i ministeri attivino correttivi seri, a cominciare dall’immediata impugnazione delle quattro leggi citate e da una ben diversa pianificazione del futuro dell’attività venatoria, che non può più continuare sul cattivo sentiero percorso in questi anni”.
L’appello delle associazioni ambientaliste coincide con la data di chiusura generale della stagione venatoria 2017/18, anche se la caccia ad alcune specie di uccelli proseguirà in una manciata di Regioni sino al 10 febbraio (Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Liguria, Marche, Molise, Sardegna e Veneto, dati Lipu), mentre la caccia di selezione con la carabina a specie come cervo, capriolo e daino potrà proseguire anche in alcuni mesi primaverili ed estivi, a seconda dei rispettivi territori, con gli associati rischi da parte degli altri fruitori di boschi e campagne”.