Crollo della popolazione mondiale di uccelli limicoli che frequentano le zone di costa: tra i più colpiti piovanello pancianera, pivieressa e piovanello comune.
Lo afferma la Lista rossa dell’Iucn: 16 le specie ora riclassificate con un maggiore grado di minaccia.
Le popolazioni di limicoli migratori come piovanelli, pivieresse, corrieri e altri, sono crollate a livello globale, alcune di oltre il 30%: 16 sono le specie riclassificate dalla Lista rossa mondiale dell’Iucn e collocate ora in categorie di maggiore minaccia di estinzione.
Lo rende noto la Lipu insieme al network BirdLife International (del quale Lipu è partner per l’Italia), mentre la Conferenza delle Nazioni Unite sulla biodiversità in corso in Colombia entra negli ultimi giorni di negoziati.
BirdLife International, insieme ai propri partner di 119 Paesi, è unanime nel chiedere ai governi presenti alla COP16 della Conferenza sulla diversità biologica di intensificare le azioni urgenti a favore delle specie per invertire il declino e fermare le estinzioni di queste specie.
L’ultimo aggiornamento della Lista Rossa Iucn delle Specie Minacciate rivela un declino estremamente preoccupante soprattutto per le popolazioni di limicoli migratori che frequentano le coste in tutto il mondo, con 16 specie riclassificate in categorie di minaccia più elevate, tra cui le più a rischio sono:
– il piovanello pancianera (Calidris alpina), un piccolo piovanello dal ventre nero e dal dorso rugginoso nel piumaggio riproduttivo, che è diminuito di almeno il 20%, con i maggiori cali lungo le flyways delle Americhe. È stato inserito nell’elenco delle specie quasi minacciate, passando da “Least Concern” a “Near Threatened”.
– la pivieressa (Pluvialis squatarola), nota come piviere dal ventre nero nelle Americhe (dove vive fino al 90% della popolazione), che è diminuita di oltre il 30%, con cause potenziali che includono la perdita e il degrado dell’habitat, il disturbo e la caccia. È stato elevata da Minore preoccupazione a Vulnerabile.
– il piovanello comune (Calidris ferruginea), che si riproduce nella Siberia settentrionale e sverna ampiamente dall’Africa occidentale alla Nuova Zelanda, è diminuito di oltre il 30%, probabilmente a causa di una serie di minacce tra cui la perdita e il degrado dell’habitat, il disturbo, la caccia e i cambiamenti climatici. È stato elevato da quasi minacciato a vulnerabile.
Questi limicoli che frequentano la battigia sono solo alcune delle 145 specie di uccelli la cui categoria di rischio di estinzione globale è cambiata nell’aggiornamento della Lista rossa 2024-2. Alcuni di questi cambiamenti sono autentici e riflettono miglioramenti reali dovuti a misure di conservazione o peggioramenti reali dovuti all’aumento delle minacce. Altri sono cambiamenti non genuini, che riflettono nuove informazioni non disponibili nelle valutazioni precedenti. Delle 16 specie di uccelli costieri riclassificate (oltre alle 3 citate, compaiono corriere vocifero, pittima marmoreggiata, pittima di Hudson, voltapietre comune, gambecchio frullino, piro piro zampelunghe, gambecchio minore americano, piro piro dorsobianco, gambecchio fulvo, corridore della sabbia beccocorto, corridore della sabbia beccolungo, totano zampegialle minore, totano zampegialle maggiore), 14 hanno subito un vero e proprio peggioramento dal 1988 (anno in cui è stata pubblicata la prima valutazione completa della Lista Rossa degli uccelli), mentre le altre specie erano probabilmente già in declino prima di allora.
La scienza dimostra l’enorme impatto negativo del declino delle popolazioni di specie, con il conseguente sconvolgimento di interi ecosistemi e catene alimentari. Poiché gli uccelli migrano oltre i confini, il nuovo aggiornamento evidenzia la necessità di una maggiore collaborazione da parte dei governi per invertire senza indugio la perdita di uccelli migratori.
”La Cop 16 – afferma Martin Harper, Direttore generale di BirdLife International – deve essere il catalizzatore per i governi che devono sostenere gli impegni presi due anni fa con azioni significative per invertire il declino catastrofico delle popolazioni di numerose specie di uccelli. Ciò significa più azioni per rafforzare gli sforzi e recuperare le specie minacciate, più azioni per proteggere e ripristinare più terra, acqua dolce e mare, e più azioni per trasformare i nostri sistemi alimentari, energetici e industriali – sostenuti dai finanziamenti necessari. Il declino degli uccelli migratori, che collegano le zone di pesca con l’Europa, è un fenomeno che si sta aggravando”.
Gli uccelli sono importanti indicatori dello stato della natura: sono presenti quasi ovunque, il loro comportamento e la loro ecologia spesso rispecchiano altri gruppi di specie, sono estremamente studiati e rispondono ai cambiamenti ambientali. Con una specie di uccelli su otto minacciata di estinzione e il 60% delle specie di uccelli in declino a livello globale (nota 2) , la diminuzione delle popolazioni di uccelli segnala ecosistemi in crisi. Molti uccelli migratori seguono rotte specifiche chiamate flyway (nota 3), fermandosi in vari siti lungo il percorso per riposare e nutrirsi. Questo li rende particolarmente a rischio a causa di minacce come la perdita di habitat e il cambiamento climatico.
Gli uccelli costieri, spesso visti sfrecciare lungo le spiagge o nutrirsi sulle distese di fango, sono uno spettacolo familiare in tutto il mondo. Le aree costiere in cui vivono molti di questi uccelli sostengono anche milioni di persone, fornendo cibo, posti di lavoro e protezione dalle tempeste. La protezione degli uccelli costieri è essenziale non solo per loro, ma anche per le comunità costiere che dipendono da questi habitat.
“Abbiamo solo pochissimi anni per agire contro questo grave declino – afferma Alessandro Polinori, presidente della Lipu – La Cop 16 della Convenzione sulla diversità biologica in corso in Colombia rappresenta la giusta occasione per stimolare l’azione finalizzata all’arresto e all’inversione della perdita di biodiversità entro il 2030. Il crollo delle popolazioni di uccelli migratori segnala che la natura è in crisi. Quando perdiamo le specie, il nostro futuro è compromesso. La perdita di natura – conclude il presidente della Lipu – può essere invertita, le estinzioni no”.
Le schede che presentano le ultime valutazioni per tutte le 11.195 specie di uccelli sono disponibili sul sito BirdLife Data Zone: https://datazone.birdlife.org/species/search
Per maggiori informazioni sulle categorie della Lista Rossa IUCN:
https://www.birdlife.org/projects/iucn-red-list
Precedentemente stimata al 49% nello State of the World’s Birds 2022 di BirdLife International, la percentuale di specie di uccelli esistenti (cioè non estinte) con popolazioni globali in declino è ora considerata del 60%, come risultato delle rivalutazioni effettuate da BirdLife International per gli aggiornamenti della Lista Rossa IUCN del 2023 e 2024. Questo aumento non riflette l’improvviso e recente declino di molte specie, ma l’incorporazione di dati degli ultimi 10-20 anni che sono stati raccolti, analizzati e resi disponibili solo di recente.
Per informazioni sulle flyway globali, consultare il sito: https://www.birdlife.org/globalflyways