Dopo le reiterate dichiarazioni di Papa Francesco sull’amore per gli animali che sarebbe alternativo a quello per i figli, arriva ora un documento della Conferenza episcopale italiana (Cei) pubblicato in occasione della 47^ Giornata nazionale per la vita che si celebrerà il 2 febbraio 2025 nel quale si legge: “Nel nostro Paese, come in molti altri dell’occidente e del mondo, si registra da anni un costante calo delle nascite, che preoccupa per le ricadute sociali ed economiche a lungo termine; alcune indagini registrano anche un vistoso calo del desiderio di paternità e maternità nelle giovani generazioni, propense a immaginare il proprio futuro di coppia a prescindere dalla procreazione di figli. Altri studi rilevano un preoccupante processo di ‘sostituzione’: l’aumento esponenziale degli animali domestici, che richiedono impegno e risorse economiche, e a volte vengono vissuti come un surrogato affettivo che appare assai riduttivo rispetto al valore incomparabile della relazione con i bambini”.

Un’osservazione, anche quella dei vescovi, che presuppone un concetto di amore  quantitativamente limitato, una sorta di “sentimento a esaurimento” che, se dedicato a qualcuno, non si può dedicare ad altri. Come se l’amore per  gli animali fosse la causa della crisi della natalità. Come se quest’ultima non fosse la conseguenza di una crisi socio-economica dilagante che impedisce a molte giovani coppie di programmare un figlio.

“Nel nostro Paese, come in molti altri dell’occidente e del mondo, si registra da anni un costante calo delle nascite, che preoccupa per le ricadute sociali ed economiche a lungo termine; alcune indagini registrano anche un vistoso calo del desiderio di paternità e maternità nelle giovani generazioni, propense a immaginare il proprio futuro di coppia a prescindere dalla procreazione di figli. Altri studi rilevano un preoccupante processo di ‘sostituzione’: l’aumento esponenziale degli animali domestici che richiedono impegno e risorse economiche, e a volte vengono vissuti come un surrogato affettivo che appare assai riduttivo rispetto al valore incomparabile della relazione con i bambini”.

Le parole del Papa. Bergoglio il 16 giugno 2016, per esempio, rispondendo alle domande dei fedeli nella basilica di San Giovanni in Laterano, ha detto: “Oggi l’Italia ha un tremendo calo delle nascite, credo che l’indice demografico sia sotto zero. Tutto è cominciato con la cultura del benessere vent’anni fa. Ho conosciuto tante famiglie che preferivano avere dei gatti o un cane a casa piuttosto che fare un figlio, perché fare un figlio non è facile e poi bisogna portarlo avanti… E’ una sfida, perché si crea una persona che diventerà libera. I cani o i gatti, non mi accusino gli animalisti, ci daranno affetto ma è un affetto ‘programmato’, non libero. I figli saranno liberi e dovranno andare nella vita con i rischi che comporta: questa è la sfida che fa paura perché la libertà fa paura. E invece bisogna rischiare, senza avere paura”.

È questa solo una delle dichiarazioni del pontefice sul tema.

Domande. Papa Francesco, ma davvero chi ama gli animali li ama poiché non vuole impegnarsi maggiormente? Davvero l’amore nelle nostre vite è limitato quantitativamente, e dandolo a qualcuno lo si toglie ad altri? Conosce lei gli enormi sacrifici che i volontari sopportano pur di salvare vite altrimenti neglette dalle autorità e dalle istituzioni, nonostante leggi e regolamenti prevedano che queste se ne debbano far carico? E soprattutto: la vita animale è per lei meno importante della vita umana? E’ questa la sacralità della Vita che lei predica?