La crisi colpisce anche gli animali domestici. Anche se la maggior parte (82,8%) degli italiani si prende cura in modo adeguato dei propri animali, c’è stato un taglio piuttosto netto delle spese veterinarie, soprattutto per gli interventi chirurgici costosi e i controlli medici periodici.

È la triste realtà sulla base di un sondaggio Eurispes condotto in collaborazione con la Federazione nazionale Ordini veterinari italiani (Fnovi), è emerso un quadro di crisi diffusa di cui fanno le spese i pet.

animali-domestici

La stragrande  maggioranza dei medici riferisce che i proprietari di animali hanno ridotto le spese veterinarie: per il 52,1% abbastanza, per il 34,7% molto. Se al Nord ed al Centro è un terzo dei veterinari a ritenere che le spese veterinarie siano state molto ridotte, al Mezzogiorno è il 42,3%. Sono aumentate inoltre le richieste di eutanasia: per il 40% dei veterinari sono aumentate, quando la malattia è cronica o non curabile.

Altro fenomeno generato dalla crisi è l’aumento della richiesta di trovare una nuova casa ai quattro zampe di famiglia: per quasi la metà dei veterinari negli ultimi anni sempre più clienti chiedono il loro aiuto per affidare ad altri i propri animali poiché non riescono a sostenere le spese per mantenerli.

In questo quadro fosco, è calata anche la propensione ad adottare per il 44,3% dei medici intervistati. Inoltre, un veterinario su 4 ha notato un aumento degli abbandoni.

Crisi a parte, l’indagine Eurispes fornisce anche altri dati su cui riflettere: alla maggioranza dei veterinari (66,3%) è capitato di curare animali selvatici (uccelli, mammiferi e rettili) in difficoltà, portati o dalle forze dell’ordine o da associazioni, nonché animali maltrattati (all’1,4% spesso, al 22,5% qualche volta, al 51,7% raramente). Il microchip risulta ancor assai poco usato: nonostante gli obblighi di legge sull’anagrafe canina, quasi tutti i veterinari hanno visitato cani privi del microchip.