Come nutriamo i nostri amati mici? Croccantini, umido o alimentazione casalinga? Cosa scegliere soprattutto cosa è preferibile e cosa vietato? Innanzitutto teniamo sempre presente che il gatto è un carnivoro: ha assolutamente bisogno di assumere proteine dalla carne (particolarmente ricca di taurina, un aminoacido indispensabile al nostro amico), dal pesce e soprattutto dal grasso contenuto in questi alimenti. Optare per un tipo di alimentazione casalinga può essere una scelta sana e naturale, ma bisogna tenere presente che i cibi preconfezionati sono già bilanciati, a differenza di un dosaggio tutto da fare e che potrebbe risultare carente di qualche componente importante.
Il cibo secco, oltre a presentare meno problemi di conservazione, risulta ben bilanciato e molto facilmente somministrabile. Inoltre, sul mercato sono presenti cibi per ogni età e tipo di problema, “puppy” per i cuccioli, “senior” per i più vecchietti fino ad alimenti “medicali” per prevenire e curare molte malattie tipiche del gatto, come quelle renali o dermatologiche, le malattie dell’apparto orofaringeo o dei condotti lacrimali. Ma bisogna sfatare una serie di miti. Il primo è quello di lasciare la ciotola sempre piena di croccantini. È vero che il gatto fa piccoli pasti frequenti, ma bisogna tener conto che i nostri mici sono diventati molto sedentari vivendo quasi esclusivamente in appartamento ed una ciotola sempre piena è un invito a spezzare la noia mangiando, anziché giocando e correndo. Questo porta ad un sovrappeso che alle volte diventa serio ed è dannoso per la salute. Quindi pochi crocchi, anche perché molto più calorici di un qualsiasi cibo umido, cinque o sei volte al giorno ed accertarsi che negli ingredienti sia presente almeno il 20% di carne.
Per quanto riguarda invece il cibo umido, le scatolette per intenderci, bisogna accertarsi che la marca acquistata abbia almeno il 40% di carne.
A dispetto di quanto si possa pensare, e pur essendone i gatti estremamente ghiotti, il latte è un alimento sconsigliato. Al termine dello svezzamento, i mici non producono più l’enzima che consente la metabolizzazione di questo alimento e la sua assunzione può creare problemi digestivi, che il più delle volte si traducono in diarrea.
Come il latte, sono sconsigliate le ossa, i cui frammenti possono procurare lacerazioni e perforazioni del tratto gastrointestinale.
Vietati aglio, cipolla e cioccolato, contenente teobromina, alcaloide di difficile assimilazione per il nostro amico e che si tramuta per lui in un vero e proprio veleno.
I gatti hanno anche difficoltà a metabolizzare cibi ad alto contenuto di amido. Pasta e riso sono quindi sconsigliati, ancor più se ricchi di sughi ed intingoli tipici delle nostre ricette tradizionali. No quindi ad avanzi. Se si vuol somministrare un po’ di pasta o un po’ di riso, questi devono essere stracotti in abbondante acqua proprio per favorire la dispersione dell’amido.
Una curiosità: ai nostri mici piace la polenta, anch’essa stracotta e, se accompagnata da una ricca porzione di carne macinata e verdure, sarà un pranzetto prelibato e molto ben equilibrato che gli farà letteralmente leccare i baffi!