Le associazioni: “Provvedimento a favore della lobby dei cacciatori”
AGGIORNAMENTO DEL 27.4.2020
Le associazioni Enpa, Lac, Lav, Lipu e Wwf Italia hanno inviato una diffida al presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, chiedendo la revoca della Ordinanza n. 36 del 14 Aprile 2020 Ulteriori misure per la gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid 19 in materia di agricoltura, controllo fauna selvatica e forestazione, che ha disposto la prosecuzione degli abbattimenti di esemplari di alcune specie selvatiche, consentendo “lo spostamento delle guardie venatorie volontarie incaricate dalla polizia provinciale di effettuare gli interventi di controllo”.
Secondo le associazioni, l’ordinanza è illegittima perché attribuisce, in maniera arbitraria e immotivata, la qualifica di servizi essenziali alle attività di controllo della fauna selvatica, riconducendoli ad esigenze di tutela delle colture agricole, nonché alla riduzione del potenziale pericolo per la pubblica incolumità e la sicurezza per la circolazione stradale.
“La Regione Toscana non ha affatto dimostrato il nesso tra abbattimenti in deroga in zone e periodi di divieto ed i paventati danni delle colture agricole. Manca quindi il carattere di essenzialità, ovvero di indifferibilità e dunque di assoluta necessità e indispensabilità dell’attività di controllo faunistico, tale da consentire di derogare alle prescrizioni relative agli spostamenti, emanate al fine di fronteggiare l’emergenza pandemica da Covid-19″, scrivono le associazioni in una nota. “Allo stesso modo, per le associazioni, non sussiste alcuna oggettiva e provata connessione tra il mancato esercizio dell’attività di controllo faunistico, nel delicato periodo in corso, e l’aumento del rischio (ancora una volta da definirsi potenziale ed ipotetico) di pericolo per la pubblica incolumità, nonché per la sicurezza stradale. Tale rischio dovrebbe, al contrario, ritenersi fortemente ridotto anche in considerazione della sensibile diminuzione del traffico veicolare determinata dalle disposizioni governative attualmente vigenti.
Per quanto attiene alla partecipazione delle guardie venatorie volontarie, l’ordinanza si riferisce a norme regionali che, coinvolgendo soggetti diversi dal personale pubblico di vigilanza, confliggono con le disposizioni statali in merito, come stabilito in numerose sentenze della Corte Costituzionale riferite a simili normative di altre regioni”.
“Questo illegittimo ampliamento”, concludono le associazioni, “risulta ancora più grave e pericoloso per la salute pubblica, nel contesto dell’emergenza epidemiologica da Covid-19, poiché l’Ordinanza autorizza apertamente soggetti, che non ne hanno titolo alcuno, a violare i divieti di spostamento disposti dalle norme attualmente in vigore”.
ANTEFATTO (17.4.2020)
“Mentre i cittadini sono chiamati al rigoroso rispetto delle ordinanze restrittive legate all’epidemia da Sars-Covid-2, la Regione Toscana regala alle guardie venatorie volontarie in possesso di licenza di caccia (quindi ai cacciatori) previa ‘autorizzazione’ della polizia provinciale, il privilegio di poter circolare liberamente sul territorio regionale con il pretesto di compiere abbattimenti di fauna selvatica considerata dannosa, violando così i principi dei decreti della Presidenza del Consiglio dei Ministri che hanno già escluso ogni attività connessa alla caccia nel quale ricade anche il controllo faunistico, regolamentato dalla legge 157 del 1992 sulla tutela della fauna”. Lo denunciano in una nota congiunta le associazioni ambientaliste ed ecologiste Enpa, Lac, Lav, Lipu e Wwf Italia.
A rischio uccisione, in pieno periodo riproduttivo, caprioli, cinghiali, volpi, piccioni, minilepre e persino lo storno, che necessiterebbe comunque di una specifica e ben motivata delibera di ‘prelievo in deroga’ ai sensi della Direttiva europea Uccelli” 2009/147/Ce.
“Nell’ordinanza emanata dal presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, assistiamo al solito elenco di pretestuose e generiche motivazioni, dalla sicurezza stradale (in un periodo dove non circola quasi nessuno) alla tutela delle produzioni agricole. Peccato che essa non citi il ricorso ad alcun sistema di prevenzione, obbligatorio e prioritario per la legge 157 rispetto agli abbattimenti”, continua la nota delle associazioni. “Inoltre, la legge nazionale sopra citata non contempla affatto nel controllo faunistico l’ausilio di ‘volontari’, siano essi guardie venatorie o meno: queste ultime possono infatti essere coinvolte solo se ‘dipendenti dalle amministrazioni provinciali’. Tanto meno esiste alcun potere di delega, da parte delle polizie provinciali, all’arbitrario ricorso a figure private per compiere gli abbattimenti. Evidentemente, la Regione Toscana ancora una volta dichiara guerra agli animali al fine di accontentare le lobby venatorie. Neanche le sei sentenze della Corte Costituzionale, che rendono illegittimo il ricorso a figure private per compiere inutili ed ingiustificabili abbattimenti, sono state sufficienti per costringere il mondo della caccia al rispetto delle regole nazionali. Cosa ancora più grave, neanche una pandemia che rende i cacciatori potenziali veicoli del nuovo coronavirus, più ‘liberi’ degli altri cittadini che invece si impegnano a rispettare le restrizioni imposte in questo drammatico periodo”.