Se la mafia fa una vittima innocente se ne parla, giustamente e doverosamente. Se la caccia fa una vittima innocente no. Da settembre a oggi sono 9 i morti e 10 i feriti – estranei al mondo venatorio – colpiti da armi di cacciatori (dato Associazione Vittime della caccia).
Questi numeri fanno riflettere, non solo per la loro gravità oggettiva, ma anche per il silenzio degli organi d’informazione. La caccia è un’attività legale, ma non per questo i suoi morti e feriti sono meno importanti di quelli di un’attività criminale come quella delle mafie, delle rapine, degli omicidi dolosi, colposi, preterintenzionali, e così via. In questi ultimi casi se ne parla; nel caso delle vittime innocenti della caccia non si va oltre qualche articolo nelle cronache locali.
L’attività venatoria causa morti e feriti non solo animali, ma anche umani, spesso non cacciatori, colpevoli solo di essere nel posto sbagliato nel momento sbagliato (ad esempio facendo una passeggiata in un bosco), così come è successo all’anziana vittima della mafia uccisa in strada a Bitonto, di cui si è parlato molto, giustamente e doverosamente, nei giorni scorsi.
YouAnimal.it, il portale per gli animali, auspica una maggiore attenzione degli organi d’informazione e del Governo anche per le vittime umane di un’attività, come la caccia, legale ma che causa ogni anno diverse vittime e che sempre più si rivela un problema di sicurezza pubblica.
Per altre informazioni sui dati riguardanti le vittime della caccia da settembre a dicembre 2017, leggere qui il comunicato integrale dell’Associazione Vittime della caccia.