Da un mese a questa parte gli abitanti tra via Otricoli, via Todi e via Montefalco nel quartiere Tuscolano a Roma venivano svegliati in una maniera bizzarra: da un gallo che, dalle 4 alle 7 del mattino di ogni giorno, iniziava a cantare a intervalli regolari. Aggirando ogni tipo di pericolo, sfuggendo ai predatori, mangiando quel che poteva e resistendo al maltempo, il galletto, abbandonato all’interno di un terreno, non rinunciava mai al suo canto mattutino con voce poderosa.
I cittadini del Tuscolano si sono così divisi in due fazioni: coloro che volevano sbarazzarsene bombardandolo di petardi e coloro che lo sostenevano rifornendolo anche di cibo.
Fino a quando alcune segnalazioni non hanno fatto entrare in azione le Guardie zoofile dell’Ente nazionale protezione animali (Enpa) di Roma, che hanno innanzitutto scoperto come l’area in questione fosse di proprietà di Telecom Italia: l’azienda ha subito concesso l’accesso per le operazioni di cattura.
“La squadra ‘Catturandi’ si è presentata di buon’ora armata di gabbie, reti e retini e becchime vario per convincere il galletto” – racconta l’Enpa di Roma. “Durante le operazioni, dalle finestre dello stabile in via Montefalco (da dove probabilmente è stato lanciato il gallo) i commenti erano ‘Ma che fate, lo ammazzate?’ e in risposta da un’altra finestra: ‘Ma che ammazzano, ma che non lo vedi che so’ della Protezione Animali!’. Alla vista dei volontari il galletto, con scatto da centometrista, è saltato su un albero lasciando tutti interdetti. Dopo un po’, vista la situazione di stallo, con una sgrullata di rami il pennuto è balzato a terra ed è ricominciato l’inseguimento. Stavolta, però, il gallo è stato preso da uno dei volontari più giovane, l’unico che poteva competere in velocità con il bipede”.
Adesso il gallo si chiama Paul e si è trasferito in campagna a casa di uno dei volontari Enpa, libero di razzolare e cantare senza pericoli per tutta la vita.