La stagione degli amori dei lemuri dalla coda ad anelli non coincide con quella della pace. Elisabetta Palagi e Ivan Norscia, ricercatori del Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa, hanno osservato otto gruppi di lemuri dalla coda ad anelli (Lemur catta), un primate del Madagascar, per 10 anni analizzando in tutto 2.339 aggressioni, come ad esempio rincorse, morsi e schiaffi, in diverse stagioni fisiologiche dell’anno, il pre-accoppiamento, l’accoppiamento, la gravidanza e l’allattamento. Il risultato della ricerca è che la riconciliazione dipende dalla stagione, cioè si fa pace quando la riproduzione non è in gioco.
I dati dello studio, recentemente pubblicato sulla rivista Plos One, sono stati raccolti allo zoo di Pistoia e, in natura, nella foresta di Berenty situata nel sud del Madagascar. «I catta sono organizzati in gruppi sociali ‘dittatoriali’», spiega Elisabetta Palagi, «dove la rigida gerarchia è mantenuta dalle femmine adulte che si alleano per difendere il territorio o cacciare membri indesiderati, attraverso aggressioni mirate, durante le quali puntano il lemure bersaglio e, insieme, lo rincorrono, se serve lo aggrediscono, e lo mettono in fuga».
Per capire i meccanismi di riconciliazione, i ricercatori dell’ateneo pisano hanno studiato i contatti affiliativi (spulciamento reciproco, avvicinamento e permanenza in contatto fisico, e così via) tra la vittima e l’aggressore, sia subito dopo il conflitto sia in condizioni di tranquillità. Questo per stabilire se il comportamento amichevole osservato fosse effettivamente legato al conflitto, e potesse dunque avere un valore riconciliatorio, oppure se fosse un comportamento che gli animali manifestavano a prescindere dal conflitto stesso. I risultati ottenuti erano a macchia di leopardo, la riconciliazione infatti era presente in due dei cinque gruppi in natura e in un gruppo in cattività, ma combinando le variabili i ricercatori hanno capito che la chiave di tutto era la stagione, in altre parole si fa pace quando la riproduzione non è in gioco.
«Il comportamento riconciliatorio scompare quando i vantaggi della competizione surclassano quelli della cooperazione e, nei mammiferi con stretti periodi riproduttivi, questo accade quando gli animali si giocano il tutto per tutto per poter assicurare un futuro al proprio patrimonio genetico. Si può quindi ipotizzare che nelle specie despotiche in cui sono presenti coalizioni, la domanda giusta non è se, ma quando, ci si riconcilia», ha concluso Elisabetta Palagi.