L’etologo e divulgatore scientifico Danilo Mainardi, scomparso l’8 marzo 2017, nella sua vita ha sostenuto il vegetarianismo come scelta etica per un maggiore rispetto della vita degli animali, soggetti a continue sofferenze all’interno degli allevamenti intensivi e si è dichiarato contrario alle corride e all’impiego di animali nei circhi, criticando fortemente l’opinione diffusa secondo la quale queste procedure debbano essere mantenute poiché rappresentative di una tradizione popolare.
Ha descritto l’elevata densità di popolazione sul pianeta come la principale fonte dei problemi legati alla specie umana che, riferendosi al modo insostenibile con cui si è riprodotta nel corso dei secoli, ha definito «una vera anomalia ecologica».
Figlio di un pittore, Enzo, Mainardi aveva ricevuto dai genitori la passione per gli animali, disegnandoli e osservandoli, anche durante il periodo da sfollato in guerra a Soresina (Cremona). Si era laureato in Scienze Biologiche all’Università di Parma nel 1956 con una tesi in zoologia. Nell’ateneo è stato poi docente di Zoologia, Biologia generale ed Etologia dal ’67 al ’92. In seguito ha insegnato all’Università Ca’ Foscari a Venezia, città dove ha vissuto gli ultimi vent’anni.
Mainardi ha pubblicato oltre 200 lavori scientifici. E’ considerato uno dei padri in Italia dell’etologia, la scienza che studia il comportamento intelligente degli animali. All’attività accademica, ha unito anche un intenso lavoro di divulgatore scientifico, attraverso libri, articoli e programmi tv (Quark e SuperQuark di Piero Angela), che lo hanno reso noto al grande pubblico. E’ stato inoltre direttore della Scuola di Etologia di Erice.
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