Giulietta e Slavc hanno dato alla luce sette lupacchiotti. Per la seconda volta, la prima coppia di lupo delle Alpi orientali, un esemplare maschio di provenienza dinarica e una femmina di lupo italico insieme dal 2012, si è riprodotta nella Lessinia veronese. Ne dà notizia il Corpo Forestale dello Stato. «Il lieto evento è stato accertato nei giorni scorsi grazie all’attento e costante monitoraggio svolto dal personale del Corpo forestale dello Stato del Comando Stazione di Bosco Chiesanuova e da quello del Parco della Lessinia», comunica la nota. «Il ricongiungimento di due popolazioni (quella italiana e quella balcanica) non più in contatto da secoli con la formazione di un nucleo familiare, ad oggi l’unico noto per le Alpi orientali, «è un fatto di elevato valore biologico e conservazionistico. Le cucciolate di lupo documentate finora sulle Alpi sono generalmente costituite da 3-4 piccoli, che generalmente nascono tra agosto e settembre, fino ad un massimo di 7, raramente la cucciolata raggiunge la decina, come nel caso accertato nel 2010 in Val Chisone, in provincia di Torino, con nove esemplari».
L’elevato tasso di mortalità dei cuccioli durante il primo inverno (circa il 60% -80% dopo il primo anno di vita) e la naturale propensione all’allontanamento dal nucleo originario, «consentono al branco di autoregolarsi numericamente. I giovani generalmente rimangono nel nucleo familiare fino a 1-2 anni di vita, aiutando i genitori ad allevare i nuovi nati e apprendendo dagli adulti le tecniche di caccia e i moduli comportamentali per la vita di branco, fino al raggiungimento dell’età adulta e del conseguente distacco da esso», spiega il Cfs. «Percorrono allora anche diverse centinaia di chilometri alla ricerca di un territorio libero da occupare e di un partner con cui fondare un nuovo branco. Alcuni esemplari conducono invece una vita solitaria, come il caso di M24 presente da diversi anni in Trentino-Alto Adige». La specie, particolarmente protetta dalle normative nazionali e comunitarie, ha un importante ruolo al vertice della piramide alimentare nell’ecosistema alpino e prealpino. La dieta del lupo è costituita in media da circa il 90% da ungulati selvatici, con attacchi al bestiame domestico legati all’accessibilità dello stesso. Ad oggi le predazioni su domestico accertate nel territorio veronese nel 2014 ammontano a complessivi 11 capi di cui uno sopravvissuto all’attacco».
Il lupo, «estremamente schivo ed elusivo, non rappresenta alcun pericolo per l’uomo e riuscire ad osservarlo in natura è un evento eccezionale», ricorda la Forestale. «Come testimoniano i dati relativi al restante territorio italiano, Appennino e Alpi occidentali, a fronte di diverse centinaia di animali presenti non è mai stato documentato nell’ultimo secolo alcun caso di aggressione nei confronti dell’uomo. In Lessinia le attività di monitoraggio e vigilanza continuano al fine non solo di identificare geneticamente i nuovi nati, ma anche di seguire e tenere costantemente sotto controllo le attività del branco».
(LD)
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