In Umbria il lupo non è mai scomparso, ma ha fatto registrare una netta regressione tra gli anni ’50 e ’70, tanto da essere stato dichiarato nel 1973 specie protetta.
All’epoca si nutriva essenzialmente di prede domestiche, prediligendo la pecora. Ma, con la comparsa e la proliferazione di cinghiali, daini e caprioli, il lupo ha modificato le sue abitudini alimentari, e tra il ’98 e il 2013 ha eletto il cinghiale a sua preda preferita (nutrendosene nel 94 per cento dei casi). Contemporaneamente, si è assistito ad un aumento della presenza del lupo nella regione, a partire dall’Alta Valnerina, ed in tutta la dorsale appenninica fino addirittura a sconfinare dal suo habitat ottimale. Il dato è quanto emerso da un convegno organizzato nei giorni scorsi dalla Provincia di Perugia, dal titolo «Il lupo tra leggenda e realtà».
A fronte del conflitto sempre più acceso tra lupo e allevatori, che soprattutto negli ultimi due anni segnalano alla Provincia ripetute predazioni a danno dei loro allevamenti, con conseguenti costi dovuti sia alla perdita di capi che alle spese di smaltimento delle carcasse, nel convegno odierno è stata ribadita la necessità di studiare il fenomeno in maniera oggettiva, prima di procedere con l’adozione di nuovi provvedimenti di prevenzione.
«Si tratta di una questione di difficile gestione che necessita di una corretta informazione e conoscenza», ha dichiarato il presidente della Provincia, Marco Vinicio Guasticchi, nel suo intervento al convegno. – «Vogliamo parlare del lupo a 360 gradi, sgomberando il terreno dalle inesattezze e di conseguenza senza suscitare inutili polemiche». L’assessore regionale all’agricoltura, Fernanda Cecchini, ha evidenziato «la necessità sia di salvaguardare la biodiversità sia di diminuire l’impatto nocivo di questa specie sulle attività antropiche». Dal quadro tracciato dagli esperti dell’Università di Perugia emerge che, ad oggi, il lupo ha saturato completamente gli spazi «ottimali», sconfinando ampiamente su quelli cosiddetti marginali, fino a raggiungere le aree suburbane. Le predazioni sugli animali domestici sono diventate frequenti e diurne, anche nei centri abitati.
La Provincia di Perugia – è stato evidenziato nel convegno – ha già preso parte ad un progetto comunitario «Life» per favorire la coesistenza tra uomo e lupo, consistente nella sperimentazione di misure di prevenzione, quali recinzioni elettrificate e impiego di cani da guardia. L’intenzione, secondo quanto annunciato nell’incontro, è di riproporre il progetto al fine di rendere l’animale domestico di difficile predazione per il lupo.
(Fonte: Ansa)